TRAMONTI DI CAMPIGLIA
la Carta dei sentieri che portano in Paradiso
Tutte le vecchie vie di uno dei territori più
belli del mondo in un volume che costa otto euro.
L’incasso servirà per curare i viottoli.
Appena uscita, è subito un successo la nuovocarta dei sentieri di Tramonti di Campiglia. La carta,
che è stata presentata al Camec, è pubblicata
a cura dell’associazione Campiglia. Costa 8 euro,
i proventi saranno utilizzati per il ripristino degli
stessi sentieri; si può chiedere sul sito www.tramontidicampiglia.it.
Vi si trovano illustrati, con abbondanza di particolari,
i sentieri “A” (l’antica Via Provinciale) il “B” ed
il “C” (Campiglia-Navone), il “D”(la via der Predao),
l’”E” (Campiglia via Bonassa-Costa di Schiara), l’”F”
(Campiglia via Bonassa-Nozzano), il “G” (giro del
Mulino), l’”H” (Campiglia-Coregna-Fabiano), l’”I”
(Lizza-Acquasanta), i noti sentieri del CAI 1, 4,
4b e 11. Presenta inoltre sul versante del Golfo,
l’anello di recente riaperto dai volontari dell’Associazione,
che collega Campiglia al borgo di Coreana e all’Acquasanta.
Numerosi gli interventi. Il sindaco Massimo Federici,
lo scrittore Maurizio Maggiani, il professor Mauro
Mariotti, i dirigenti dell’Associazione Campiglia
Marco Cerliani e PierPaolo Bracco hanno tracciato
un ampio quadro della situazione. Campiglia, detta
“la settima terra” (in polemica con l’antica denominazione
di Cinque Terre, che prese in considerazione il territorio
subito a nord di Portovene ignorando Biassa, la sesta
terra, e Campiglia, appunto la settima) è oggi
un territorio “cuscinetto” tra il parco regionale
di Portovene e il parco nazionale delle Cinque Terre;
la sue esistenza è affidata a un pugno di persone
che con grande impegno hanno saputo ridare vita alle
culture dello zafferano e del fico d’india, e si accingono
perfino a recuperare il vigneti dello Sciacchetrà
(qui detto “renforsà”). Gli autori della cartina,
Nicola Bracco e Luciano Bonati, hanno illustrato i
percorsi, richiamando l’attenzione sui collegamenti
tra Campiglia, Nozzano, Schiara, il Persico, e sull’antica
via Provinciale che passava a mezza costa e collegava
La Spezia a Genova.
Alberto Albonetti
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