| L’idea di questo articolo è nata qualche  domenica fa, durante una bella escursione organizzata dalle associazioni  Cadimare 2000 e Campiglia. I loro esponenti mi hanno spiegato che avrebbero  dato vita al Coordinamento delle Terre di Ponente, insieme alle associazioni di  Marola, del Fezzano e delle Grazie, e mi hanno invitato ad un incontro. Gli obiettivi del Coordinamento  hanno un valore per tutta la provincia: “ il territorio e la costa di questi  borghi storici -dice il marolino Francesco Biagi- possono rifiorire e diventare  uno dei motori del settore turistico, nautico e ambientale di Spezia.” “Sono un  unicum - aggiunge  Pierpaolo Bracco- che solo attraverso il  mantenimento delle sue identità ambientali potrà assicurarsi un avvenire  duraturo anche sotto il profilo economico.” Da zona marginale e di confine, tra  i Comuni di Spezia e di Portovenere  e  tra il Parco delle Cinque Terre e quello di Portovenere, a zona chiave perché  di cerniera, da valorizzare rispettandone l’ identità e la storia.
 La storia, certo. Perché anche il  Ponente sconfigge il luogo comune che Spezia non sia esistita o quasi prima  dell’Arsenale. Spezia c’è, invece, dal Medioevo. Così Campiglia, citata in  numerosi documenti del Monastero di San Venerio del Tino, da cui dipendeva.  Tracce di questa storia sono conservate nelle forme del borgo e nella chiesa di  Santa Caterina. Così Marola, la cui chiesa di San Vito, purtroppo distrutta dai  lavori per l’Arsenale, è citata in un documento del 1235. E celebri erano la  fonte dell’Acquasanta e la polla d’acqua dolce nel seno di Cadimare.
 Ma come portare questa identità  nel futuro? Gli obiettivi dei borghi di Ponente sono diversificati ma parte di  un disegno omogeneo.
 A Campiglia la salvaguardia dell’identità  passa attraverso un recupero agricolo con colture di nicchia: è l’unica via per  salvare muretti a secco e sentieri. E’ cominciata la coltura dello zafferano  (6000 mq) e del fico d’india, per fare le marmellate. Ora si punta a recuperare  10.000 mq di terrazzamenti per vigne di rinforzato, a realizzare una cantina  per i viticoltori e un laboratorio per trasformare i prodotti agricoli. Tutti  progetti presentati per il finanziamento del Piano di Sviluppo Rurale della  Liguria.
 A Cadimare e Marola l’identità è  il mare. Il Comune chiede da tempo a Governo e Marina di rilanciare l’Arsenale in  aree più limitate, liberando per attività nautiche  e turistiche il litorale di Ponente. E’ uno  degli obiettivi più importanti della città. Negli anni scorsi il Comune ha progettato  la trasformazione dell’attuale baia di Cadimare: ora si potrebbe procedere con  una progettazione più ampia, che ricomprenda la zona del Campo in ferro, della  Marina, e l’area dell’Aeronautica. Ma ci sono traguardi di riqualificazione  raggiungibili in un tempo più breve. A Cadimare, spiega Giuseppe Meola, l’Autorità  Portuale sta rifacendo la banchina e i pontili e deve rimuovere il relitto della  Maxime e completare la nuova piazza sul mare. A Marola occorre ristrutturare la  sede della Società di mutuo soccorso, splendido edificio ottocentesco. La  proprietà è privata, e non ha i fondi necessari. Ma questo luogo ha una  funzione sociale ed è un patrimonio di tutta la città, che non va perduto.
 Le idee non mancano: sono il  frutto del lavoro di un tessuto associativo vitale e rappresentativo. Per  supportarle e realizzarle serve ora un impegno ancora più forte, e  coordinato, dei Comuni di Spezia e Portovenere  e dei due Parchi.
 Scarica>>>  <<<Indietro   |