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E’ assai suggestivo ricordare quanto scriveva a metà Settecento Giovanni Targioni Tozzetti nelle sue ampie e articolate “Relazioni D’alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana per osservare le produzioni naturali e gli antichi monumenti di essa” (vv.12, Firenze 1768-1779), riferendosi al tratto di costa tra Monterosso e Portovenere. “In tale tratto di paese verificasi, che quod natura negavit, industria peperit, perché non essendo egli altro che Monti sassosi, e dirupati in modo, che
neppure vi possono montare le Capre, nientemeno abbonda di Vigne, dette Vignali, al sommo fruttifere, per coltivare le quali è necessario che gli Uomini si calino dalle rupi, legati nel mezzo del corpo con una corda, siccome anche per vendemmiare le Uve dalle quali si ricava il tanto eccellente Liquore chiamato Vino Amabile delle Cinque Terre, gratissimo fino in Francia ed Inghilterra.” |
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L'abbandono dei
terrazzamenti |
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I
terrazzamenti, a fatica ricavati, sono
incessantemente soggetti a degrado a causa
dell?azione del mare che determina gravi
frane e smottamenti sempre pi? disastrosi e
frequenti. Oggi l?abbandono dei
terrazzamenti pi? vicini al mare, dove i
vitigni di qualit? albarola (trebbiana
nostrale), bosco e fermentino generavano il
frutto pi? pregiato ? pressoch? totale.
A questi gi? forti elementi di alterazione
del difficile |
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equilibrio di queste terre si ?
aggiunto in epoca recente uno sconsiderato
intervento che si pu? considerare un vero e
proprio ?disastro ambientale?: negli anni
?50 sono stati prelevati lungo la costa di
Tramonti una serie di grossi massi, da
utilizzare per la costruzione di dighe e
sbarramenti in altre localit?, che
costituivano un vero e proprio sbarramenti
naturale a protezione della base della
collina dagli impetuosi assalti delle
mareggiate.
Contemporaneamente il contadino era sempre
pi? attirato dal pi? remunerativo e sicuro
lavoro nelle fabbriche. Ecco cos? il
progressivo abbandono della campagna, specie
da parte delle giovani generazioni. |
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Il programma di
recupero |
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L?Associazione Campiglia crede invece che prodotti
di "nicchia" come per l'appunto il vino "Rinforzato"
che si produce dalle vigne dei terrazzamenti a mare
con il medesimo procedimento del ben pi? famoso
"Sciacchetr?" possano ora costituire una fonte di
reddito, magari di integrazione ma non trascurabile,
per chi a tale attivit? si vorr? dedicare.
Ma bisogna fare presto, sia per non perdere
tradizioni ed esperienza sia per sottrarre il
territorio ad un degrado che appare irresistibile e
che, se non lo si contrasta, comprometter?
l?eccezionale paesaggio costruito dall?uomo. |
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Insieme con il Parco delle Cinque Terre, di
cui il territorio fa parte, la nostra
Associazione ha individuato due aree di
4000/5000 mq. cadauna nelle localit? vicine
al mare di Persico e Navone da destinare al
recupero dei terrazzamenti per la
coltivazione della vite al fine di produrre
esclusivamente vino "Rinforzato di Campiglia" (conosciuto meglio come |
Schiaccetrà ), frutto delle stesse qualità di uva delle Cinque Terre vinificate con procedimento simile. Ma per far questo occorre risolvere problemi di non poco conto: va migliorata l'accessibilità ai fondi, la vigna và inoltre protetta con misure adeguate da pericoli antichi e nuovi.
Fondamentale per qualsiasi attività futura di recupero agricolo del territorio e per mantenere l'attuale presenza dei pochi coltivatori rimasti è l'efficente funzionamento del trenino. L'Associazione Campiglia ha investito nel corso degli anni molte risorse per far si che la monorotaia continuasse a essere utilizzabile in modo efficente. |
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Per questi e
per altri problemi l?Associazione Campiglia
ha elaborato un progetto per la
realizzazione di una piccola cantina dove
tutti i viticultori del posto potranno
portare le proprie uve scelte per la
vinificazione del ?Rinforzato di Campiglia?,
un vino che potr? di nuovo diventare anche
se per pochi, con il suo eccezionale profumo
ed aroma il simbolo di un paesaggio
salvaguardato dall'opera continua dell'uomo
e di un ambiente affascinante ed ancora
integro. |
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